Supplemento Dymphna’s Family 04-2021

Edizione italiana della Rivista Europea sull’Inserimento Eterofamiliare Supportato dell’Adulto (IESA)

 

Prefazione

Enrico Zanalda
Presidente Società Italiana di Psichiatria

Come avviene da tre anni la rivista Evidence Based Psychiatric Care della Società Italiana di Psichiatria ospita come supplemento annuale Dymphna’s Family che tratta, con modalità sempre più specifiche, l’Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti (IESA). Questa modalità di intervento terapeutico e riabilitativo, talvolta anche assistenziale, domiciliare e/o semiresidenziale, si basa sui principi dell’accoglienza e del vivere in famiglia, elementi del tutto naturali nell’esperienza della maggior parte delle persone. La peculiarità dell’intervento IESA è di utilizzare la quotidianità del vivere insieme come normalizzatore della salute mentale di persone che non hanno mai avuto o che non hanno più la possibilità di vivere in una famiglia di origine né la capacità attuale di formarne una propria. La famiglia accogliente diviene l’ambito di vita del paziente e della famiglia che accoglie, instaurando semplicemente una buona convivenza. La forza di questo modello d’intervento è proprio nella sua apparente semplicità che tuttavia presuppone un lavoro quotidiano articolato e appassionato da parte dei suoi partecipanti, compresi gli operatori IESA che reperiscono le famiglie, predispongono le convivenze e le supervisionano cercando di prevenire i dissidi o risolvendoli se insorgono.

Nello scrivere questa breve prefazione devo ricordare la persona che più di tutte si è spesa per realizzare il modello IESA in Italia e a cui sono succeduto come direttore di Dipartimento di Salute Mentale quando nel 2013 è andato in pensione. In questi giorni ho saputo che il professor Pier Maria Furlan è molto malato e questo sarà l’ultimo numero di Dymphna’s Family che potremo inviargli, sperando che abbia ancora la forza di leggerlo e di utilizzare il suo spiccato spirito critico per spronarci a proseguire sulla strada che lui ha tracciato.

Caro professore, anzi caro Pim, per molti sei stato un maestro, per altri un collega, per alcuni di noi un amico, talvolta scomodo, ma sempre capace di proporre con forza ed eleganza il tuo pensiero. Io ho avuto la fortuna di succederti nella direzione del dipartimento di Collegno e lo IESA con i suoi operatori è una testimonianza della tua lungimiranza. Ricordo ancora quando mi hai insegnato che le cariche universitarie si avvalgono degli aggettivi della luce delle stelle, magnifico rettore, amplissimo preside e chiarissimo professore. La tua luce continua nelle buone cose che hai saputo organizzare, come lo IESA che attraverso la vita familiare apporta dignità e salute mentale ai nostri pazienti.

Come mi hai chiesto l’altra settimana, questa presidenza insieme a tutta la SIP ricordano sia il tuo essere sovente controcorrente, sia la tua appassionata e intellettualmente onesta lotta alla sofferenza dovuta alla malattia mentale.

 

 

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